Oggi vi vogliamo raccontare le ragioni dell’iniziativa promossa dall’Unione delle Camere Penali Italiane che ha proclamato tre giorni di astensione dalle udienze penali e da ogni attività giudiziaria (da oggi 29 a mercoledì 31 marzo) per far sentire la propria voce in merito alle gravi disfunzioni del cosiddetto PPT (“Portale Penale Telematico”) che ci è stato imposto, praticamente dall’oggi al domani, in ragione dell’emergenza sanitaria, come modalità esclusiva di deposito di alcuni tra i più importanti atti difensivi (primo tra tutti la nomina a difensore di fiducia), senza alcun periodo di sperimentazione né test, e, quindi, senza la necessaria previsione di un “doppio binario” di deposito quantomeno transitorio e temporaneo, attese le molteplici criticità che stiamo riscontrando di giorno in giorno nell’utilizzo del portale.
Non potendo, per le ovvie ragioni legate alla pandemia, organizzare manifestazioni in presenza, stamane vi è stata una prima “manifestazione” nazionale on line dal titolo “Il difensore e il PPT, criticità e soluzioni possibili”, interessante intervento di numerosi Colleghi delle varie Camere Penali territoriali che hanno esposto i singoli problemi che ciascuno di noi riscontra ogni giorno nell’utilizzo del portale, in un costruttivo confronto con alcune Procure.
La sensazione di disagio e di frustrazione che proviamo ormai quotidianamente di fronte alle innumerevoli difficoltà date da un sistema che, com’è pacificamente emerso da ogni singolo intervento, non funziona come dovrebbe funzionare è del tutto comune… il che non è certo un dato incoraggiante né confortante: l’informatizzazione del processo penale, in quanto tale, deve poter adeguatamente funzionare!
Al contrario, il nuovo processo penale telematico versa, sin dal suo recentissimo avvento, in uno stato di preoccupante inefficienza.
Le criticità da risolvere sono innumerevoli e, in attesa che vengano risolte adeguatamente (e sempre che ciò sia tecnicamente possibile), così da consentire il pieno esercizio del diritto di difesa per ciascuno dei nostri assistiti e, quindi, il dovere di difesa da parte del difensore, secondo noi avvocati penalisti, è assolutamente necessario prevedere un doppio binario di deposito che, quantomeno in via temporanea e transitoria, salvaguardi il diritto di difesa.
Doppio binario che, peraltro, com’è stato ben evidenziato dal nostro Presidente UCPI, già esiste: pur non essendo previsto dalla legge, è affidato a singoli protocolli territoriali che, del tutto arbitrariamente incidono sui termini perentori entro cui poter esercitare il diritto di difesa.
Non resta che rimanere in attesa dell’interlocuzione ormai prossima con il Ministro Cartabia e delle soluzioni che verranno proposte.
Scritto da avvocato Luisa Morelli